Questa tecnica in apparenza molto semplice prevede la foggiatura del pezzo con il tornio, lastra o colombino cui segue una lunga ed accurata brunitura (o lisciatura) con stecche di legno o minerali. Questa lavorazione permette di ottenere un manufatto lucido e parzialmente impermeabile.
Una volta raggiunta la completa essicatura, si procede con la cottura in ambiente riducente – cioè in carenza di ossigeno. In questo modo, l’ossido ferrico contenuto nell’argilla si converte in ossido ferroso, facendo assumere all’oggetto una colorazione nera anziché quella rossa, tipica delle terrecotte.
Il vaso in bucchero è caratterizzato quindi, seppur non smaltato, dalla minima porosità e da un’intensa monocromia nera lucida.
Le strategie per ottenere questo effetto sono diverse e ognuna caratterizzata da specifici accorgimenti quali il metodo di cottura, il combustibile per la riduzione, la composizione dell’argilla utilizzata e la modalità di brunitura.